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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, I, 132
 
originale
 
[132] Motus autem animorum duplices sunt; alteri cogitationis, alteri appetitus. Cogitatio in vero exquirendo maxime versatur, appetitus impellit ad agendum. Curandum est igitur, ut cogitatione ad res quam optimas utamur, appetitum rationi oboedientem praebeamus. Et quoniam magna vis orationis est eaque duplex, altera contentionis, altera sermonis, contentio disceptationibus tribuatur iudiciorum, contionum, senatus, sermo in circulis, disputationibus, congressionibus familiarium versetur, sequatur etiam convivia. Contentionis praecepta rhetorum sunt, nulla sermonis, quamquam haud scio an possint haec quoque esse. Sed discentium studiis inveniuntur magistri, huic autem qui studeant sunt nulli, rhetorum turba referta omnia; quamquam, quae verborum sententiarumque praecepta sunt, eadem ad sermonem pertinebunt.
 
traduzione
 
132. I moti dell'animo, poi, sono di due specie: del pensiero e del sentimento; il pensiero ha per fine supremo la ricerca della verit?; il sentimento ci spinge all'azione. Dobbiamo dunque cercare di rivolgere il pensiero al conseguimento dei pi? alti e nobili ideali, e di rendere docile il sentimento al controllo della ragione. Grande importanza ha il discorso, il quale ? di due tipi: quello della trattazione oratoria e quello della conversazione familiare. L'oratorio sia riservato alle discussioni che si fanno nei tribunali e nelle assemblee del popolo o del senato; il familiare si adoperi nei circoli, nelle dispute, nei convegni d'amici ed entri anche nei conviti. Per l'oratorio, ci sono i precetti dei retori, per il familiare non c'? nessun precetto; credo, peraltro, che se ne possano dare anche per questo. In realt? ? la passione degli scolari che crea e moltiplica i maestri; a questo parlar familiare nessuno presta attenzione, tutto il mondo si affolla intorno ai retori. Del resto, non esistono forse precetti intorno alle parole e ai pensieri? Ebbene, questi precetti si estendano anche al parlar familiare.
 

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